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Budget e Forecast

Budget e Forecast

FORECAST e BUDGET previsionali

Normalmente, a partire da settembre, le aziende si affannano a mettere giù dati, a richiedere informazioni e a “pretendere” dai collaboratori commerciali in particolare, i #budget per l’anno successivo.

E’ un momento particolarmente importante che necessità di alcune osservazioni:

Quante aziende hanno discusso e approvato un #forecast da settembre a fine anno? Magari, grazie alle informazioni che deriveranno da questo ulteriore strumento di pianificazione, si potranno definire budget più coerenti e realistici per l’anno successivo.

Cos’è un #forecast e perché è importante realizzarlo?

Innanzitutto è una tabella che contiene valori di natura previsionale e ha la peculiarità di avere come fattore temporale, non l’anno o gli anni successivi, ma “qualche mese..”

Il forecast è il processo più semplice a disposizione delle aziende per fare previsioni credibili. Per intenderci, possiamo dire che il forecast è un po’ il “fratello minore” del budget e del business plan. Infatti, i tre documenti sono tutti strumenti di analisi prospettica. Aiutano cioè l’imprenditore a interpretare il futuro della sua azienda. Dal punto di vista pratico, il Forecast arriva a individuare, numeri alla mano, un “trend” per i mesi successivi. Tutto questo è poi importante per la definizione del #budget

Entrare nel merito di quello che deve contenere un budget, richiederebbe un serio e approfondito confronto, quindi mi limito a consigliare di prendere molto tempo nella definizione degli OBIETTIVI da raggiungere nel corso dell’anno successivo, #Obiettivi non solo di natura contabile, ma anche e soprattutto organizzativi, gestionali e STRATEGICI. La maggior parte delle aziende sbaglia nella definizione degli #obiettivi e di conseguenza pianifica azioni non coerenti e estremamente dispendiose (oltre a creare aspettative errate per la situazione aziendale e di mercato del periodo al quale il budget si riferisce).

Consiglio sempre di definire approfonditamente gli #Obiettivi non limitandosi al venduto/fatturato/marginalità, Roi, ecc.., ma di analizzare la quota di mercato, il cliente ideale all’interno del proprio bilancio, la tipologia di contratti da chiudere per arrivare al previsionale di vendita ipotizzato, ecc..

OBIETTIVIAZIONICONTROLLO

NEUROMARKETING

NEUROMARKETING

NEUROMARKETING
Non sono un esperto del Neuromarketing ma ne capisco l’importanza e la necessità di affidare questa disciplina a professionisti che possano aiutare le Aziende nella scelta di soluzioni che influenzano il coinvolgimento emotivo dei consumatori e ne condizionano poi l’acquisto. A questo punto mi viene da pensare che Noi acquirenti non siamo “soggetti” pensanti che si emozionano bensì “soggetti” emotivi che poi razionalizzano e pensano. Soprattutto nel B2C la necessità di avvalersi di professionisti del settore potrebbe fare la differenza tra il cercare di vendere un prodotto e riuscire a rientrare nelle attenzioni dei consumatori!
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