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Industria 4.0 nel 2019

Industria 4.0 nel 2019

Industria 4.0: quanto ha inciso sulla economia reale?

Dopo la pausa per le festività natalizie e soprattutto dopo la discussione parlamentare circa le nuove politiche economiche e di sviluppo, tornano di moda i temi economici e ovviamente l’argomento che ha caratterizzato la scorsa stagione e che definirà le linee guida per tutto il 2019: Industria 4.0

Quasi tutti concordano nell’attribuire a questo concetto il fattore determinante che ha spinto e supportato il decollo dell’economia italiana post crisi. Tuttavia molti addetti ai lavori identificano l’Industria 4.0 con l’introduzione del provvedimento dell’Iperammortamento..

Va precisato che l’Industria 4.0 è una filosofia aziendale che dovrebbe portare l’impresa ad usufruire di incentivi per il rinnovamento di impianti e processi atti ad aumentare la competitività nazionale ed internazionale, agendo in quattro ambiti principali tra loro collegati: gli investimenti in innovazione, le competenze, le infrastrutture abilitanti e gli strumenti pubblici a supporto.

Le statistiche dicono che negli anni 2017/2018 gli strumenti maggiormente utilizzati sono stati: Super ammortamento, Iper ammortamento, Credito Imposta R&S, Nuova Sabatini, ecc.., mentre per quanto concerne la ripartizione territoriale sicuramente il Nord ovest e Nord est la fanno da padrona con il Super e Iper ammortamento mentre al Centro e al Sud si è usufruito di pochi fondi.. (soprattutto Nuova Sabatini). Oltre che sul bilanciamento territoriale tra Nord e Sud, nei prossimi anni, la vera partita si giocherà sugli investimenti in capitale umano. E’ ormai evidente che le professioni oggi più richieste dal mercato non esistevano fino a 10 anni fa mentre l’occupazione crescerà nei Paesi che hanno investito nelle competenze digitali. In Italia si parte da un background deficitario rispetto agli altri Paesi europei: Innanzitutto il numero di studenti iscritti agli Istituti Tecnici superiori è nettamente inferiore rispetto alla Germania per esempio. Per questo motivo, uno dei pilastri futuri del Piano I4.0 è l’incentivazione alla creazione, nel minor tempo possibile, di risorse che possono supportare al meglio lo sviluppo di nuove tecnologie all’interno delle aziende.

Una Fabbrica sempre più connessa, integrata, automatizzata e flessibile nei cicli produttivi ha bisogno di essere alimentata da sistemi energetici che siano altrettanto all’avanguardia, sostenibili e quindi efficienti dal punto di vista economico ed ambientale.

Sono tanti i temi legati al Piano Industria 4.0 e come abbiamo visto sono ancora di più le potenzialità e opportunità che ha e avrà l’Industria italiana. Non dimentichiamo che l’Italia resta un Paese a forte vocazione manifatturiera con possibilità (e necessità) di ricavarne benefici economici e creazione di valore

4.0 INDUSTRY

4.0 INDUSTRY

4.0 INDUSTRY

In quest’ultimo periodo ho notato come la trasformazione dei Processi in Azienda, nel periodo dell’Industria 4.0, venga vista e studiata solo da parte delle Aziende clienti che dovranno usufruire del “nuovo processo”, ma poco si parla dei Fornitori e delle loro competenze. Un’azienda che si innova e che si presta ad una trasformazione digitale, necessita di tre cose fondamentalmente:

  • Promuovere il cambiamento internamente (cosa per nulla facile) rivedendo l’organizzazione, una formazione costante e se necessario, un cambio di competenze
  • Valutare le Competenza da parte dei Fornitori che spesso si limitano ad alcune fasi del processo aziendale, partendo magari dalla produzione o dall’acquisizione dell’ordine, trascurando aspetti significativi e condizionanti l’iter a valle di tale processo (un mercato obiettivo ben scelto sulle reali capacità dell’azienda, una trattativa portata avanti da personale formato e motivato, una comunicazione efficace e mirata al giusto target, ecc).
  • Tutto quello che viene efficientato deve essere VENDUTO e quindi si ritorna poi alla necessità di rendere moderno e competitivo ogni reparto e ogni funzione aziendale.

Oggi, la pianificazione dei processi in Azienda, richiede, ad entrambi i Soggetti, la consapevolezza che quello che si va a proporre non è solo un “Prodotto” bensì un “Progetto” che tocca stakeolders e players interni ed esterni all’azienda. Parlare di prodotti e servizi in maniera separata non ha più molto senso in quanto si dovrebbe proporre (o si dovrebbe richiedere) soluzioni, spesso costituite proprio da prodotti e servizi in grado di soddisfare le esigenze e necessità di chi opera nel mercato.

Altra necessità, a mio modo di vedere, è quella di mettere al centro di tutto i dati, i loro sistemi di raccolta e di analisi al fine di comprendere, da fornitori e da clienti, le reali caratteristiche di ogni singola fase del processo così da assegnare anche un valore a quello che si chiede o si realizza…! Il dato avvalora o meno una Teoria, una Strategia, un Fornitore, un Manager e permette una Programmazione con una maggiore convinzione e consapevolezza che si sta collaborando con persone capaci e sul pezzo…!

La necessità, sia come Fornitore, sia come Azienda, di dotarsi di risorse con competenza trasversali (profilo sempre più a “T”), diventa la discriminante numero 1 di un’azienda di successo.

Nello scenario di Industria 4.0, i Fornitori non sono più solo dei consulenti esperti nella materia specifica, ma sono (o dovrebbero essere) dei veri Partner Tecnologici esperti di Processi con visione trasversale: sviluppo prodotto e assistenza ai clienti non possono prescindere dai vari step di industrializzazione, produzione, vendita e Comunicazione.

L’Industria 4.0 della Plastica

L’Industria 4.0 della Plastica

L’Industria 4.0 della Plastica

Spesso si investono migliaia di Euro in ricerche di mercato finalizzate a individuare nicchie di mercato nelle quali cercare nuovo business; oggi parleremo brevemente di uno di questi mercati nei quali la sfida e le prospettive sono importanti: parliamo di #Riciclaggio della #Plastica

Da molti anni se ne parla e da diversi anni si sta facendo già qualcosa ma i numeri dicono chiaramente che c’è una sproporzione tra le quantità di plastica immesse nel mercato (nelle diverse forme che conosciamo o ignoriamo) e quelle che vengono riutilizzate e immesse in un circuito di riciclaggio).

Corepla (Consorzio del Riciclaggio degli Imballi di Plastica) stima che ogni anno, solo in #Italia, sono immessi sul mercato circa 7 milioni di tonnellate di plastica e che solo 1 milione viene recuperato: di questo milione, due terzi rientrano nel circuito di produzione di nuova plastica, mentre la restante parte è usata per produrre energia. La strategia europea intende aprire una strada verso la plastica del futuro, ponendo le condizioni affinchè tutta l’industria di processo mondiale coinvolta nelle diverse filiere si spinga verso un nuovo modello che preveda, fin dalla progettazione e dalla produzione delle materie plastiche, la necessità di dover riutilizzare, riparare e riciclare i prodotti finiti.

Dal 2030 tutti gli #imballaggi immessi sul mercato dell’#Unione Europea e più della metà di tutti i rifiuti prodotti in #Europa dovranno poter essere riciclati. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che siano integrati settori industriali che oggi non dialogano in maniera sistematica, come quello della chimica industriale, della logistica di recupero, dei processi di riciclaggio, di stampaggio dei prodotti e così via..!

Controllo di processo I4.0

Il controllo dei processi in grossi Impianti industriali, come quelli dei settori petrolchimico, petrolifero e gas, rappresenta una sfida per il modello #Industria 4.0 L’approccio per trasformare l’industria di processo in un modello #I4.0 si basa  su un lavoro sinergico tra i produttori degli impianti, le imprese che li utilizzano e quelle che ne supportano la messa in servizio. Molto si sta già facendo e un esempio arriva dalla enorme quantità di PET (la resina termoplastica adatta a contenere alimenti che noi tutti colleghiamo alle bottigliette di plastica…) che negli ultimi anni è stata raccolta e riciclata (nel solo 2014 circa 66 miliardi di bottiglie raccolte e riciclate..) ma molto è da farsi su tutto ciò che non è PET. La spinta alla R&S e all’ammodernamento dei processi richiesti e coadiuvati da un progetto I4.0, rappresentano sia una opportunità che una necessità.

Il progetto Demeto

Uno degli obiettivi perseguiti con #Horizon 2020 è lo sviluppo di tecnologie sostenibili, efficienti e a basse emissioni di carbonio nelle industrie di processo ad alta intensità energetica. Con diverse call sono stati finanziati progetti le cui proposte sono volte a dimostrare linee di produzione innovative, compatte e ad alte prestazioni e più economiche di quelle attualmente in uso. Inoltre, i progetti devono prevedere un time-to-market breve e la compatibilità delle linee con gli impianti esistenti.

Con il progetto #Demeto si sta predisponendo una linea di produzione basata sull’uso innovativo delle radiazioni a microonde che consente il riciclaggio del #PET rigenerando gli elementi compositivi dai quali è stato prodotto. Questo permetterà di avere una nuova fonte di materia prima per il mercato delle plastiche che si pone in diretta competizione con le attuali modalità di produzione e trattamento.

#I4.0 da opportunità alle aziende italiane di investire in ricerche e innovazione di processo nel settore del riciclaggio delle materie plastiche.

(rif: act operations research; progetto Demeto; European Commission (2018); A European strategy for plastic in a circular economy; GR3N; Petcore; Synesis)

PMI IN RITARDO TECNOLOGICO: 4.0 allo stato attuale

PMI IN RITARDO TECNOLOGICO: 4.0 allo stato attuale

PMI in ritardo tecnologico

Sono stati pubblicati dal MISE i risultati dell’indagine MISE-Met “Imprese e Tecnologie 4.0” su un campione di 23.700 imprese di tutte le dimensioni (incluse quelle con meno di 10 dipendenti) e di tutte le regioni d’Italia. A leggerli bene, questi risultati, non sembra che la trasformazione digitale e la conversione alla 4.0 stiano di fatto travolgendo il tessuto imprenditoriale del nostro Paese. Anzi, solo 8,4% delle imprese manifatturiere italiane utilizza almeno una tecnologia 4.0 A queste si aggiunge un ulteriore 4,7% di imprese che ha in programma, nel prossimo triennio, investimenti specifici. Le imprese “tradizionali”, cioè quelle che abitualmente non utilizzano tecnologie 4.0, né hanno in programma interventi futuri, rappresentano ancora, purtroppo, la maggioranza della popolazione industriale (86,9%).

La propensione verso queste nuove tecnologie aumenta con il crescere del numero di addetti (già al di sopra dei 10 addetti le imprese 4.0 rappresentano il 18,4% del totale delle piccole imprese, tra i 50 e i 249 addetti si raggiunge il 35,5%, sino al 47,1% delle imprese con almeno 250 dipendenti.

Le tecnologie più diffuse

Poco meno della metà delle imprese 4.0 utilizza solo le tecnologie di gestione dei dati acquisiti lungo la catena produttiva, mentre il 36% è attivo sia nelle tecnologie relative al processo produttivo in senso stretto (incluse progettazione e simulazione) sia nella gestione dei dati e, il 16% delle imprese 4.0 utilizza esclusivamente le tecnologie produttive senza quelle relative ai dati. In termini di orientamento tecnologico, nell’indagine emerge come la cybersecurity, l’integrazione orizzontale delle informazioni e IoT rappresentino l’ambito più diffuso per gli investimenti aziendali.

Gli obiettivi dichiarati

Con l’utilizzo di strumenti e tecnologia 4.0, gli Imprenditori si sono dati una serie di obiettivi: primo è l’incremento della competitività ottenibile dalla maggiore efficienza produttiva (ottimizzazione dei costi, riduzione degli errori, maggiore flessibilità alle variazioni della domanda). I vantaggi si allargano, tuttavia, anche a fattori non di mero costo, verso economie di varietà e di personalizzazione dei prodotti e di introduzione in nuovi mercati (Obiettivo trasversale è comunque la volontà e necessità di aumentare la qualità dei prodotti e la riduzione degli errori.

Competenze: i manager 4.0 sono più giovani

Alla maggiore dimensione delle imprese 4.0 si associa la presenza di un management mediamente più giovane e qualificato

Settori Verticali: il Made in Italy è il meno recettivo

La maggiore propensione all’utilizzo delle tecnologie 4.0 è presente nel comparto delle macchine elettriche e delle apparecchiature elettroniche; seguono il comparto della fabbricazione di mezzi di trasporto, il settore della chimica e della plastica mentre il fenomeno 4.0 si riduce sensibilmente del tipico “ Made in Italy”: legno-mobili, filiera dell’agroalimentare e dell’abbigliamento

Il ruolo delle politiche pubbliche

L’indagine Mise-Met evidenzia anche come, nel processo di trasformazione 4.0 sinora avvenuto, il ruolo delle politiche pubbliche sia stato incisivo: il 56,9% delle imprese 4.0 ha utilizzato almeno una misura di sostegno pubblico. Le imprese hanno utilizzato in larga prevalenza il super ammortamento e l’iper ammortamento (36,8%), a seguire il credito d’imposta per le spese di R&S (17,0%) la Nuova Sabatini (19,8%) e i fondi di garanzia (11.3%).

C’è ancora molto da fare….!

(Di Alice A. Lamiera)

FORMAZIONE INDUSTRIA 4.0

FORMAZIONE INDUSTRIA 4.0

FORMAZIONE I4.0, ma il tempo stringe…

Piano Nazionale Industria 4.0, è partita la fase della “formazione”… Lo scorso 22 giugno è stato pubblicato in #Gazzetta Ufficiale (n. 143) il decreto interministeriale 4-5-2018 che dà attuazione a quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2018 (205/17) ai commi 45-46: un bonus in forma di incentivo fiscale destinato alle Imprese che intendono investire nella formazione dei propri dipendenti in un’ottica di Industria 4.0

Nel Decreto vengono specificati soggetti destinatari, spese e attività ammissibili, modalità e misure del credito d’imposta. Fra le attività ammissibili: #Prototipazione rapida, #Sistemi di visualizzazione, #Robotica avanzata e Collaborativa, #Interfaccia uomo macchina, #Manifattura additiva, #Stampa 3D, #IoT e delle macchine, #Integrazione digitale dei processi. Il credito spetta in misura pari al 40% delle spese ammissibili sostenute nel periodo di imposta agevolabile e nel limite massimo di 300.000,00 € per ciascun beneficiario.

Va detto che il #bonus per il quale sono disponibili 250 mln, è attivo in via sperimentale solo per l’anno in corso. Restano dunque pochi mesi per usufruirne.

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